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Posizionamento ASSORIMAP sulla Plastic Tax

In relazione alla Legge 27 dicembre 2019 n. 160 (S.O. n. 45 della Gazzetta ufficiale n. 304 del 30 dicembre 2019 - Plastic Tax, articolo 1, commi dal 634 al 658), titolata  “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022”  che introduce nel nostro ordinamento la cosiddetta Plastic Tax (0,45 euro al kg con decorrenza luglio 2020), ASSORIMAP - che rappresenta l’anello finale della filiera delle materie plastiche in una prospettiva di economia circolare - ha già espresso la propria contrarietà in quanto misura contro un materiale che ha molte qualità intrinseche le cui applicazioni, se ben progettate, raccolte ed avviate a riciclo, rappresentano un cardine della transizione verso l’economia circolare.

ASSORIMAP esprime comunque soddisfazione per l’esenzione dalla tassa per le materie plastiche provenienti da processi di riciclo e sicuramente tale scelta ha la sua logica per motivi di coerenza – allorquando si qualifichi tale tassa come di scopo visto che il riciclo meccanico della plastica è sicuramente uno degli assi portanti della Green Economy.

Le perplessità nascono in merito ad una tassa istituita per “promuovere la sostenibilità dell’ambiente” che dovrebbe reindirizzare gli introiti per iniziative green, mentre di questo non vi è alcuna menzione, salvo, al contrario, la previsione di deboli misure per la riconversione produttiva degli impianti verso materiali che non hanno ancora un sistema di filiera di raccolta/riciclo efficace e fattivo.

Se il problema fosse l’eliminazione/riduzione del monouso, la norma dovrebbe andare verso la facilitazione del cambiamento nelle abitudini di consumo. Occorrerebbe allora porsi questo obiettivo di riduzione su tutti i materiali, perché in ogni caso tutti i materiali hanno bisogno di essere raccolti e conferiti ad impianti per il relativo recupero. Aver concentrato questa norma sui soli materiali plastici – che tra l’altro spesso rappresentano il miglior compromesso tra prestazioni offerte ed impatto ambientale - non avrà l’effetto di cambiare le abitudini di consumo ma produrrà da un lato migrazioni ad altri materiali monouso più ambientalmente impattanti e dall’altro prevedibili crisi aziendali nel settore della trasformazione delle materie plastiche, in cui l’Italia è (era) una delle eccellenze europee.

Parimenti anche in tema di controlli – leggasi Agenzia delle Dogane – sarà necessario porre attenzione in particolare alle importazioni dall’estero e alle procedure di verifica dell’effettiva provenienza dei materiali da processi di riciclo condotti con standard paragonabili a quelli utilizzati dai riciclatori italiani. Il rischio evidente è che, invece di favorire aziende industriali che riciclano le plastiche nel pieno rispetto dei dettami ambientali e di sicurezza come quelle rappresentate da ASSORIMAP, questa norma favorisca l’importazione di materiali di dubbia origine da Paesi nei quali i processi di riciclo sono difficilmente dimostrabili e/o ambientalmente dannosi.

ASSORIMAP si rende disponibile a mettere al servizio delle autorità la propria competenza per definire al meglio le aree critiche sopra evidenziate, al fine di garantire che lo scopo della norma non venga eluso o addirittura favorisca risultati opposti a quelli che la norma intende raggiungere.