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Rapporto ISPRA 2018 sui rifiuti speciali

Presentato a Roma il 14 giugno u.s. presso Palazzo Montecitorio il Rapporto ISPRA sui rifiuti speciali generati da attività produttive, commerciali e di servizio. 

E' stato presentato a Roma il 14 giugno scorso presso Palazzo Montecitorio il Rapporto Rifiuti Speciali 2018 realizzato dal Centro Nazionale per il ciclo dei Rifiuti dell’ISPRA, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA). L'evento ha visto la presenza del neo Ministro dell'Ambiente Gen. Sergio Costa.

Il Rapporto ISPRA 2018, giunto alla sua diciassettesima edizione, raccoglie i dati dei rifiuti speciali (quelli generati da attività produttive, commerciali e di servizio) relativi all’anno 2016 e desunti dalle dichiarazioni MUD presentate nell’anno 2017.

I risultati del Rapporto per l’occasione sono stati sintetizzati nella relazione introduttiva Presidente ISPRA Stefano Laporta ed esaminati più dettagliatamente dal Direttore Centro Nazionale per il ciclo dei rifiuti ISPRA Rosanna Laraia.

I numeri mostrano un costante aumento della produzione di rifiuti speciali per un totale di 135 milioni di tonnellate nel 2016 (+4,5% rispetto al 2014), superando più di quattro volte i rifiuti urbani, che si fermano a 30 milioni di tonnellate nello stesso anno.

A crescere in modo particolare nel 2016 è stata la categoria dei rifiuti speciali "pericolosi", che è arrivata a quota 9,6 milioni di tonnellate (+5,6% rispetto al 2015), ma anche i rifiuti speciali "non pericolosi" hanno fatto registrare un +1,7%. L’Italia è dunque ancora lontana dagli obiettivi fissati dal Programma Nazionale di prevenzione 2013 che prevedono al 2020 una riduzione del 5% nella produzione dei "non pericolosi" e del 10% per i pericolosi, calcolati per unità di Pil al 2010.

Un dato positivo è stato però registrato sul fronte del riciclo di questi rifiuti, che nel 2016 ha raggiunto in media il 65% (recupero di materia), percentuale che arriva a 67,7% se si considerano i soli rifiuti speciali non pericolosi. Il recupero di energia dei rifiuti speciali si ferma a quota 1,5%, lo smaltimento in discarica a 8,6% e l’incenerimento allo 0,9%.

Tra tutti i rifiuti speciali, il 40,6% proviene dal settore delle costruzioni e demolizioni (54,8 milioni di tonnellate), seguito da quello delle attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento (27,2%) e dal settore manifatturiero (20,7%).

Un dato particolarmente critico indagato dal Rapporto 2018 riguarda l’amianto: sono pari a 52 mila tonnellate i rifiuti contenenti amianto prodotti in Italia nel 2016, costituiti per il 93,5% da materiali da costruzione contenenti amianto. La forma di smaltimento prevalente per quest’ultima tipologia di rifiuti pericolosi rimane la discarica (85,5% del totale gestito).

Vale la pena citare la presenza nel Rapporto 2018 di un interessante “censimento” parco-impiantistico dei siti di trattamento dei rifiuti, suddivisi per tipologia: tra questi sul territorio nazionale risultano: 4.350 impianti di recupero materia, 172 impianti che effettuano recupero energetico, 350 discariche, ed 88 impianti di incenerimento.

Oltre a relazioni dal taglio prevalente reportistico, non sono mancati interessanti interventi di natura politico-istituzionale, a cominciare dal neo Ministro Costa, che ha definito i trend di riciclo “positivi ma non sufficienti” all’interno di un sistema-Paese che ha “necessità, urgenza” non semplicemente di investire, ma di “investire bene” per ottenere migliori risultati in ambito ambientale. Fondamentale secondo il Ministro maggiore tracciabilità dei rifiuti (suggerendo, ad esempio, un codice di riconoscimento sugli pneumatici per assicurarne il corretto recupero), e maggiori certezze programmatiche per le imprese e per chi investe nelle nuove tecnologie per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti.

Si segnala, infine, per quanto di nostro interesse, l’intervento del Direttore Generale per i rifiuti e l’inquinamento Mariano Grillo, che ha garantito la piena operatività della sua Direzione Generale per il recepimento nel minor tempo possibile del Pacchetto europeo sull’Economia Circolare in vigore dal 4 luglio p.v. In riferimento all’end of waste, ha sottolineato l’impegno dell’Italia in ambito comunitario verso una semplificazione delle autorizzazioni “caso per caso” dei rifiuti che cessano di essere tali, evidenziando come il Ministero stia in questi mesi lavorando a 10 nuovi Decreti sull’end of waste attraverso altrettanti tavoli tecnici di lavoro con i rispettivi stakeholders.

E’ possibile scaricare l’intero Rapporto 2018 ISPRA al seguente link: http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-speciali-edizione-2018.